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Sorgenti d’immenso

Sotto un cielo che trattiene il silenzio,

le candele tremolano verso il vuoto.

Nel cerchio tenue delle nostre voci,

risuonano i battiti dei ricordi.


Voi, sorgenti d’immenso al di là del visibile,

vegliate sui passi incerti di chi resta.

La vostra assenza si fa stella luminosa

nei corridoi notturni del cuore.


Le foglie cadono come promesse sussurrate,

e noi, con bocche che non sanno più ridere,

tendiamo un fiore dove il nome si perde

ma l’amore non conosce tramonto.


Accoglieteci nel sogno,

quando il vento porta un profumo di casa.

Siate la mano che carezza un mattino silenzioso,

il riflesso nella pozzanghera della memoria.


Perché la vita ci avvolge ancora,

e voi la seguite con occhi che non invecchiano,

con una pace che nessun dolore può spegnere.


E quando il crespuscolo scende,

ci offre la vostra presenza come un dono:

siete il ponte che non si vede,

siete le radici dell’amore che germoglia sempre.


Packy

 
 
 

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