
Non spegnere il sole,
neanche con le mani fatte di tempesta.
Non strappare il cielo
che lei ha cucito di sogni e di luce.
Non calpestare la sua voce,
foglia che danza nel vento dell’essere.
Lei è terra che accoglie,
un fiume che scorre,
la radice di un tempo che non ti appartiene.
Ma tu, uomo d’ombra,
cerchi di renderla polvere
con il peso di parole affilate.
Hai trasformato l’amore in un’arma,
una promessa in una prigione,
e mentre il suo volto cercava il cielo,
il tuo pugno ha sporcato la sua luna.
Ma ascolta:
il silenzio non dura per sempre,
le ferite parlano,
e il suo grido è già vento che smuove montagne.
Non è più sola.
Non spegnerai il sole,
perché un coro si alza,
di voci, di mani, di cuori intrecciati.
E la tua ombra si dissolve,
sconfitta dalla luce di chi ha scelto di amare.
Lei rinascerà,
più forte della tua furia,
e camminerà sulla tua cenere,
un passo alla volta, verso l’infinito.
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