
Roma, sei un’alba nascosta tra rovine,
un respiro antico che riempie il silenzio.
Le tue piazze sono palmi aperti al cielo,
dove il tempo si ferma come un uccello in volo.
Il Foro, un libro sbriciolato tra polvere e gloria,
ogni colonna è un verso, ogni arco un ricordo inciso nel vento.
I tuoi ponti, radici che si allungano tra due mondi,
fili di luce tesi tra ciò che è stato e ciò che sarà.
E il Pantheon, occhio che scruta l’universo,
spia dell’eterno in cui il sole si riflette,
come se il cielo volesse toccarti,
come se tu fossi il suo specchio.
Roma, sei fuoco che non si estingue,
cenere che brilla sotto la pioggia.
Nelle tue strade si rincorrono i passi di chi spera,
tra fontane che piangono stelle e preghiere.
Sei leggenda scolpita nella polvere,
un monumento che respira ancora.
Roma, sei l’eco infinita del tempo,
una città che sussurra all’eternità.
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