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Caverna


Chiusi in una vecchia caverna come primitivi,

svegliati dal sole e i suoi raggi che ci rendono attivi.

Difficili da arginare son le acute ferite,

spingendoci a percorrere innumerevoli salite.

Costruiamo il nostro rifugio, sasso dopo sasso,

sperando che non crolli facendoci cadere in basso.

Come gladiatori lottiamo in questa grande arena,

mentre oscillano alti e bassi come sopra a un’altalena.

Uno spiraglio di luce entra dalla finestra e proietta,

quell’ombra sul muro che si aggira sospetta.

Intimorisce il presente rafforzando ferite,

cicatrici che dal tempo sembravano guarite.

Per rafforzarci, resta indelebile il nostro passato,

e sullo schermo mostra ciò che abbiamo affrontato.

Davanti allo specchio a guardar ciò che siam diventati

e come dopo tante sfide la vita ci abbia formati.

Siam frutto di un cammino in un campo di mine,

siam quelli che han raccolto rose nonostante le spine.

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